Francesco Paoloni (13 luglio 1875 – 27 marzo 1956) trasferitosi a Roma a 17 anni aderisce giovanissimo al Partito socialista. Inizia la sua collaborazione giornalistica all’Asino di Podrecca con lo pseudonimo di “Columella”. Capo della federazione socialista di Terni assume la direzione del periodico “La Turbina” e organizza le prime leghe contadine in Umbria. Fonda il quindicinale “Il Seme” e poco dopo assume la direzione del settimanale “Verona del Popolo”. Vicino alle posizioni integraliste di Morgari esce dal partito dopo la sconfitta congressuale della corrente. Favorevole alla campagna di Libia e alla causa dell’interventismo nella grande guerra si avvicina a Mussolini. Nel 1916 sarà nominato capo della redazione romana de “Il Popolo d’Italia”. Poco dopo si trasferisce a Trieste dove dirige “L’Era Nuova”. Nel ‘19 aderisce al fascismo. Componente prima del collegio probivirale e poi del Consiglio nazionale della Federazione della Stampa, nel 1927 è nominato segretario del sindacato fascista dei giornalisti di Roma. Nel 1928 assume la direzione del quotidiano napoletano “Il Mattino”. L’anno successivo è nominato deputato, carica che manterrà sino alla caduta del fascismo. Il Fondo Paoloni, versato alla Fondazione dal nipote Neri Paoloni, è composto da carte, documentazione e corrispondenza relative all’attività di Paoloni nel Partito socialista, nella direzione dei giornali e nell’attività sindacale. Vi sono anche numerosi ritagli stampa e un archivio fotografico, nonché una breve documentazione relativa al figlio Goliardo Paoloni, anch’egli giornalista.