Rita Di Giovacchino, giornalista e blogger scomparsa lo scorso anno per Covid ha seguito per anni la cronaca giudiziaria prima per l’Ansa, poi per Il Messaggero.
Ha seguito tutte le inchieste e i processi più celebri: dal caso Moro agli attentati a Falcone e Borsellino. Nel 1994 ha scritto un libro su Mino Pecorelli (Scoop mortale, Tullio Pironti) che descriveva l’intreccio criminale-politico di cui rimase vittima il direttore di OP. Con Il libro nero della Prima Repubblica ha ricostruito l’intreccio dei poteri, visibili e invisibili, che hanno caratterizzato e condizionato decenni di vita politica nazionale.
Il figlio, avvocato Emiliano Varanini, ha voluto ricordarla cedendo alla Fondazione Murialdi parte della sua biblioteca. Il fondo librario Di Giovacchino si compone di oltre 240 testi, riguardanti prevalentemente gli avvenimenti più “bui” della storia italiana del dopoguerra.
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