Con delibera  del 9 giugno 2021 la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio ha dichiarato che l’insieme organico dei documenti afferenti alle associazioni di categoria prodotti e ricevuti, comunque acquisiti dalla Fondazione di Studi sul Giornalismo italiano “Paolo Murialdi”, istituita con atto notarile del 9 febbraio 2015 da quattro enti rappresentativi della categoria dei giornalisti (Casagit, Fnsi, Inpgi e Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti), nell’esercizio delle proprie funzioni di ente preposto alla raccolta, alla conservazione e alla fruizione di archivi del giornalismo italiano, rivestono interesse storico particolarmente importante.

PATRIMONIO ARCHIVISTICO

Il patrimonio dell’archivio della Fondazione Paolo Murialdi è costituito dai seguenti fondi che saranno messi a disposizione degli studiosi, una volta esaurita la fase di catalogazione.

FONDO PIERO PASSETTI

Piero Passetti (1935-2002), Nato a Livorno, aveva mosso i primi passi nel giornalismo locale per poi trasferirsi a Roma al quotidiano Paese Sera del quale era divenuto prima redattore capo e poi, per un breve periodo, direttore. Impegnato sindacalmente, Passetti è stato per lunghi anni vicepresidente e poi, per due mandati, presidente dell’Unione Nazionale Cronisti Italiani, che alla sua scomparsa ha voluto dedicargli il “Premio Cronista dell’anno”, allo scopo di premiare l’impegno professionale, sociale e umano dei cronisti nel lavoro quotidiano a contatto con i cittadini. Tra i primi a cogliere l’importanza della nascita delle televisioni private, Passetti ha diretto Video Uno, l’emittente di Paese Sera ed è stato direttore di Telesalute e consulente di RadioRadicale. Le sue capacità professionali acquisite nel campo dell’informazione radiotelevisiva lo portarono alla presidenza dell’Associazione Tv Locali della FRT, carica che ha mantenuto sino alla scomparsa. Il Fondo Piero Passetti, donato dagli eredi alla Fondazione, si compone di un fondo librario di un centinaio di titoli tutti riguardanti aspetti e tematiche dell’informazione, con particolare riferimento alla radiotelevisione. Il Fondo cartaceo contiene documentazione relativa ad alcuni congressi nazionali della Federazione della Stampa, ai congressi dell’Unci e al premio Senigallia. Il Fondo pervenuto alla Fondazione nel mese di ottobre 2016 è in fase di catalogazione. 

FONDO FRANCESCO PAOLONI

Francesco Paoloni (13 luglio 1875 – 27 marzo 1956) trasferitosi a Roma a 17 anni aderisce giovanissimo al Partito socialista. Inizia la sua collaborazione giornalistica all’Asino di Podrecca con lo pseudonimo di “Columella”. Capo della federazione socialista di Terni assume la direzione del periodico “La Turbina” e organizza le prime leghe contadine in Umbria. Fonda il quindicinale “Il Seme” e poco dopo assume la direzione del settimanale “Verona del Popolo”. Vicino alle posizioni integraliste di Morgari esce dal partito dopo la sconfitta congressuale della corrente. Favorevole alla campagna di Libia e alla causa dell’interventismo nella grande guerra si avvicina a Mussolini. Nel 1916 sarà nominato capo della redazione romana de “Il Popolo d’Italia”. Poco dopo si trasferisce a Trieste dove dirige “L’Era Nuova”. Nel ‘19 aderisce al fascismo. Componente prima del collegio probivirale e poi del Consiglio nazionale della Federazione della Stampa, nel 1927 è nominato segretario del sindacato fascista dei giornalisti di Roma. Nel 1928 assume la direzione del quotidiano napoletano “Il Mattino”. L’anno successivo è nominato deputato, carica che manterrà sino alla caduta del fascismo. Il Fondo Paoloni, versato alla Fondazione dal nipote Neri Paoloni, è composto da carte, documentazione e corrispondenza relative all’attività di Paoloni nel Partito socialista, nella direzione dei giornali e nell’attività sindacale. Vi sono anche numerosi ritagli stampa e un archivio fotografico, nonché una breve documentazione relativa al figlio Goliardo Paoloni, anch’egli giornalista. 

FONDO GIOVANNI BIADENE

Giovanni Biadene (1869-1948) nato ad Asolo e laureato in ingegneria arrivò giovanissimo al giornalismo, già sui banchi universitari, assumendo la direzione de “Lo studente di Padova”. Approdato a Milano collaborò con “La Sera”, “Il Tempo”, e “L’illustrazione italiana” di cui divenne per anni l’illustratore della prima pagina. Trasferitosi a Roma lavorò al “Don Chisciotte” e dal 1907 a Genova come redattore de “Il Secolo XIX”. E’ stato tra i fondatori della Federazione Nazionale della Stampa Italiana e nominato sin dal 1908 Segretario Generale, carica che abbandonò nel 1925 a seguito della conquista della Federazione da parte del fascismo. Riprese il ruolo di Segretario della Fnsi nel 1944.Nominato Commissario dell’Inpgi dopo il 25 luglio del ’43 abbandonò tale carica dopo l’8 settembre per riprenderla a giugno del ’44 dopo la liberazione di Roma. Il Fondo Biadene, versato alla Fondazione dal nipote Gian Giacomo Biadene si compone di un diario manoscritto relativo al 1944, di documenti e carteggi relativi al periodo 1907-1948 e di un archivio fotografico di particolare rilevanza, in cui è inclusa la foto di gruppo dei partecipanti al congresso di fondazione della Federazione della Stampa nel 1908. Il Fondo è in fase di catalogazione.

FONDO MICHELE CAMPIONE

Michele Campione (1928-2003) giornalista professionista, è stato corrispondente dei quotidiani Avvenire e Il Messaggero, editorialista de Il Corriere del Giorno di Taranto. E’ stato tra i fondatori del quotidiano cosentino La Calabria nel 1956.Tra i protagonisti della rinascita del giornalismo all’indomani della caduta del fascismo, è stato direttore della sede regionale pugliese della Rai con l’incarico di vicedirettore di testata. Autore di inchieste televisive sulla questione meridionale e la cultura del Mezzogiorno, ha dedicato attenzione al fenomeno del brigantaggio. Autore anche di numerosi testi letterari. E’ stato componente del Consiglio Regionale dell’Ordine dei Giornalisti. Dal 2004 l’Ordine dei Giornalisti della Puglia ha istituito il premio “Michele Campione” in collaborazione con la Regione Puglia e l’Università degli Studi di Bari.Il fondo Campione donato dagli eredi alla Fondazione si compone di tessere stampa, dell’Ordine, delle Ferrovie dello Stato, del Messaggero e della Rai, numeri sparsi de Il Bollettino della Federazione Nazionale della Stampa e carteggi con la Rai inerenti il periodo 1958-1993 e la Commissione Unica per la tenuta dell’albo.

FONDO GIOVANNI ROSSI

Giovanni Rossi (Piacenza 11 febbraio 1949 – ), giornalista dell’“Unità” e figura storica del sindacato unitario dei giornalisti, è stato presidente dell’Associazione della stampa Emilia Romagna, componente della Giunta Esecutiva della Federazione della Stampa, di cui è stato segretario generale aggiunto, coordinatore della Commissione Uffici Stampa e presidente della Commissione lavoro autonomo. Nel biennio 2013-2014 è stato eletto presidente della Fnsi. Il Fondo Rossi si compone di documenti inerenti la sua attività di responsabile degli uffici stampa, nonché documenti relativi al “Gruppo di Fiesole”, “Autonomia e Solidarietà”, oltre a documentazione fotografica, libri e numeri sparsi di testate.

FONDO ETRIO FIDORA

Etrio Fidora (1930 – 2015), giornalista professionista, ha lavorato, a partire dal 1955, al quotidiano L’Ora di Palermo, dove è stato cronista politico-parlamentare, autore di inchieste e inviato, capocronista, redattore capo, condirettore responsabile e, direttore editoriale, fino alla chiusura del giornale avvenuta il 9 maggio 1992. Protagonista di una lunga stagione di battaglie e inchieste giornalistiche che contribuirono a dimostrare la reale consistenza della mafia, le sue collusioni con i politici e i meccanismi del potere portandone così le trame all’attenzione dell’opinione pubblica italiana e internazionale. È stato anche impegnato sul piano sindacale come Presidente dell’Associazione Siciliana della Stampa e componente della Giunta Esecutiva della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Il fondo Fidora, versato alla Fondazione dal figlio Dario, si compone di collezioni di giornali e di periodici.Si segnala in particolare la rassegna stampa “Stampa e Oro Nero” in 36 volumi che raccoglie i giudizi della stampa estera sugli idrocarburi italiani dal 1949 al 1962.